Progetto opere antifrana

Un progetto dell’istituto Pischedda sui lavori nel litorale tra la Marina e Turas Le protezioni funzionano? I ragazzi lo raccontano in un dossier 



 Le opere di difesa sui versanti franosi realizzate sul litorale fra Bosa Marina e Turas hanno raggiunto il loro scopo? Questo uno dei quesiti di un progetto didattico curato dagli studenti della terza E dell’Istituto di istruzione superiore Pischedda di Bosa. Una prima parte del lavoro sarà presentata a Cagliari oggi (venerdi’ 15 marzo) nella giornata dedicata all’open data, considerato che una parte dei dati raccolti saranno appunto attinti da quanto appreso direttamente dalle pubbliche amministrazioni. A fine anno la classe, guidata dalla docente di Economia Aziendale Rita Mureddu, presenterà invece un vero e proprio "dossier" multimediale: con dati, statistiche, grafici, fotografie, filmati e interviste, tirando le somme del laboratorio Open Coesione avviato a Bosa. Un lavoro sul campo, considerato che ieri mattina ragazzi, insegnante e l’ingegnere Giuseppe Ibba, uno dei componenti del team di professionisti che si era occupato di direzione lavori e sicurezza nel cantiere, si sono ritrovati sulla litoranea per vedere da vicino quanto le opere realizzate incidono sulla sicurezza, aiutati da una giornata di forte vento e mare agitato. Un lavoro complesso quello sulla costa di Bosa, finanziato con oltre due milioni di euro di fondi in arrivo dalla Regione attraverso somme stanziate dall’Unione Europea. Che ha permesso la realizzazione di opere di contenimento e messa in sicurezza della massicciata ferroviaria a ridosso di Monte Furru; il rifiorimento dei massi sul lato mare della Bosa Marina-Turas; la realizzazione di pompe di sollevamento delle acque di S’Istagnone a Bosa Marina per evitare gli allagamenti della parte bassa di via Genonva; la rimozione dei pericolosi massi di Su Pinnellu nell'area centrale dell'arenile della località balneare. «I ragazzi partecipano a un progetto di monitoraggio civico, che permette di valutare come vengono utilizzati i finanziamenti europei e capire se il lavoro realizzato ha ottenuto dei risultati concreti, per dare poi una valutazione sull’efficacia dell’intervento» spiega Rita Mureddu, mentre l’ingegnere Giuseppe Ibba risponde alle domande dei 15 studenti della classe, con tanto di ripresa video da allegare alla relazione finale. Lavoro che assume un’alta valenza didattica nella scuola guidata dalla dirigente Rosella Uda, ma che sarà certamente utile anche alla comunità, considerato che lo studio capillare sarà alla fine presentato in un’assemblea aperta a tutti.

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